Non voglio nascondermi dietro ad una stagione pesante fisicamente e psicologicamente, peccato però non aver lottato fino alla fine

Non è andata come era negli obiettivi della vigilia. Il Gabbiano Top Team ferma il suo volo prima di giocarsi la promozione in A3, fermato dal Bolghera. Ora purtroppo è già tempo di bilanci. La delusione è tanta nelle parole del capitano di lungo corso Nicola Artoni, che torna su gara-2 con i trentini, cercando di analizzare i motivi della sconfitta.

“Sono scappato un giorno in montagna… Eravamo tutti molto fiduciosi pur sapendo che Bolghera non era quella che abbiamo battuto in campionato – si è rafforzata con il centrale Bressan per i play off – e neanche Crema, con cui avevamo già fatto il miracolo dopo gara-1. Avevamo avversari tosti come Boesso e Cristofaletti. Le direttive erano precise su chi cercare in battuta e che dovevamo sfruttare il palleggiatore avversario in prima linea. Non è stato sufficiente, per i tanti errori al servizio. A muro loro si sono confermati forti e questo ha fatto la differenza. Un potenziale invece, quello nostro a muro, che non abbiamo sfruttato ed è stato un problema di tutta la stagione. La nostra idea di gioco si basa sulla battuta incisiva e sulla ricezione degli avversari, ma se vengono meno queste cose andiamo in difficoltà e a livello psicologico abbiamo sempre fatto fatica nei momenti difficili.

Non voglio nascondermi dietro ad una stagione pesante fisicamente e psicologicamente, ma non è un alibi. Nonostante un grande gruppo, sempre unito fuori e dentro il campo. Peccato perché siamo sempre stati convinti di arrivare fino in fondo. Era la prima volta che lottavo per un obiettivo così. Non abbiamo lottato fino alla fine e questo fa male. Forse non tutti hanno saputo gestire la pressione”.

Che Gabbiano possiamo aspettarci ora? “Per un possibile ripescaggio la vedo molto dura, anche se tante squadre rinunciano al campionato. E’ aperta la pista dell’acquisto del diritto sportivo e non sarebbe uno scandalo per i tanti anni di lavoro della società. Ora la palla passa a loro, anche se è probabile che decidano di ripartire con un gruppo diverso, nonostante questo sia sempre stato unito e abbia lavorato bene. Abbiamo dato tutto, rimangono pochi rimpianti. Grazie a tutto lo staff con il mental coach Merlini, il preparatore atletico Elena Giannotta e i fisioterapisti Eugenia Longfils e Diego Pellizzola”.

 

Sergio Martini
(fonte: Voce di Mantova)