Motivazione, concentrazione e messa a fuoco su obiettivi precisi assieme al nostro mental coach Massimo Merlini
Questa frase (“La tecnica da sola non basta…”) sicuramente non suonerà nuova ai più, e a maggior ragione ad atleti, allenatori, dirigenti, che pur avendo qualità tecniche e fisiche buone (a volte addirittura eccellenti), non riescono ad ottenere gli obiettivi definiti.
Come Coach che da qualche anno affianca atleti e squadre, mi sento di fare mia la frase di apertura perché, soprattutto quando il livello della prestazione si eleva (nei campionati professionistici ad esempio), a fare la differenza sono la motivazione, la capacità di mantenere alta la concentrazione e di lavorare sui dettagli, mettendo in discussione quanto già fatto per migliorarsi continuamente (accogliendo anche le critiche e vincendo la resistenza naturale al cambiamento).
Il Mental Coaching sportivo può essere una risposta efficace ed efficiente a chi – atleta, allenatore, società sportiva – vuole migliorare le proprie prestazioni acquisendo una metodologia capace poi di essere utilizzata in autonomia.
Il mio approccio al mental coaching sportivo si basa su un assunto molto semplice: il vero esperto del proprio problema e artefice del proprio miglioramento è l’atleta. Il coach può supportarlo nella messa a fuoco di come si manifesta il problema da affrontare, e nella definizione di una strategia operativa da tradurre insieme in strumenti ed azioni da sperimentare dapprima in allenamento e poi sul campo.
Quello che solitamente cerco di fare con gli atleti e gli allenatori con cui collaboro è proprio di mettere a punto in maniera chiara la difficoltà che si sta presentando per definire successivamente un obiettivo risolutivo del problema, e passare poi alla fase di costruzione condivisa di una strategia (che prevede strumenti ed azioni), che possa essere messa in atto dalla persona stessa a partire dal primo cambiamento minimo attivabile, secondo una logica in cui il risultato è il frutto di un processo strategico ben pianificato.
Quest’anno con il Gabbiano Top Team Mantova Volley abbiamo iniziato un percorso stimolante in cui tutti (atleti e staff) si sentono coinvolti verso l’obiettivo finale, e durante gli allenamenti settimanali la regola che tutti provano a rispettare è di lavorare per creare sempre un minimo miglioramento rispetto all’allenamento precedente. Gli incontri di gruppo in spogliatoio che facciamo ogni 15 giorni servono a riflettere insieme alla squadra su alcune dinamiche riguardanti in particolare il gruppo, dinamiche che poi si cerca di osservare e di replicare negli allenamenti per migliorare ciò che non funziona adeguatamente o per potenziare ciò che già viene fatto con efficacia.
Il ruolo degli allenatori in questo processo è strategico, e non a caso il confronto da parte mia con loro è costante, stimolante e produttivo. La possibilità di tradurre in esercizi di allenamento concetti teorici finalizzati al miglioramento della tenuta mentale ed allo sviluppo di una mentalità vincente è possibile solo grazie alle conoscenze e competenze degli allenatori – Gianantonio Guaresi e Carlo Alberto Tognazzoni – e alla loro volontà di mettersi per primi in discussione in ottica di miglioramento.
Da ultimo: come recitava la locuzione di Giovenale “mens sana in corpore sano”, tutto il lavoro che il mental coach fa è orientato alla conoscenza e miglioramento di quei processi mentali che influenzano la prestazione tecnica e fisica, ma non sarebbe un lavoro efficace senza una condizione atletica eccellente. Per questo motivo il lavoro (professionale, innovativo e fatto con passione) da parte della preparatrice atletica Elena Giannotta è fondamentale per creare nei nostri atleti le migliori condizioni possibili e dare loro la sicurezza fisica e mentale per affrontare un campionato impegnativo come quello di questa stagione.
Massimo Merlini