È uno dei volti nuovi di quest’anno in casa Gabbiano Farmamed Mantova, e sin dall’inizio si è calato nella sua nuova avventura con passione e impegno, consapevole di poter essere elemento in grado di far pendere l’ago della bilancia dalla parte biancazzurra.

Dopo le prime cinque uscite stagionali, Roberto Pinali si conferma giocatore estremamente duttile: a suo agio in seconda linea e incisivo in prima, oltre che decisamente ficcante dalla linea dei nove metri. Un inizio di stagione positivo dunque, al netto di un piccolo problema fisico che l’ha tormentato le scorse settimane, ormai definitivamente alle spalle.

E alle spalle è anche il big match contro la Negrini CTE Acqui Terme, terminato con un roboante 3-1, una prova di forza della quale Pinali è abbondantemente fiero: «È stata una bellissima partita – spiega lo schiacciatore bolognese, classe 1995 – fra due squadre di alto livello. Siamo partiti fortissimo, come avevamo fatto in trasferta a San Giustino, giocando due set molto bene. Nel terzo siamo calati fisicamente e mentalmente, subendo qualche turno in battuta dei nostri avversari, ma commettendo anche qualche errore di troppo in attacco. Abbiamo corso qualche rischio dopo aver controllato il quarto parziale, ma nel finale siamo rimasti lucidi e abbiamo portato a casa vittoria e tre punti molto importanti. Ricezione e attacco sono state le nostre armi vincenti».

Pinali sottolinea l’importanza di allenarsi finalmente al completo, cosa che nelle scorse settimane era accaduta a singhiozzo: «Abbiamo lasciato da parte i problemi di inizio campionato e allenarsi tutti insieme innalza ovviamente il livello degli allenamenti. Siamo al secondo posto e ora aspettiamo Cagliari per continuare la nostra striscia positiva».

Il campionato, fino ad ora, è partito all’insegna dell’equilibrio: «C’è molto equilibrio e quasi tutte le formazioni si equivalgono. Solo più avanti si potrà delineare meglio la classifica, ma di certo noi vogliamo essere il più in alto possibile».

In ultimo, un appello al pubblico mantovano: «Mi piace il calore dei nostri tifosi. Il nostro magari non è tra i palazzetti più grandi, ma questo ci aiuta a sentirli sempre molto vicini. Possono essere il classico settimo giocatore in campo».